“A TU PER TU CON…” è un nuovo spazio di approfondimento a 360° con i protagonisti della nostra squadra!
Sogni, ricordi, aneddoti e curiosità per conoscere meglio chi, ogni domenica, ci fa tifare sempre più forte per il CALCIO ROSÀ!
Questa settimana la “RAFFICA DI DOMANDE” tocca a… ANDREA GANEO!
Quando sei nato e dove? 13/10/96 a Montebelluna.
Ruolo? Attaccante.
Qual è la partita che ricordi con più affetto e perché? Quando ero allievo ho vinto il titolo nazionale dilettanti con il Montebelluna e forse è stata la partita che mi ha dato più gioia. Siamo andati in vantaggio 1-0 dopo appena un quarto d’ora, giocavamo contro una squadra di Milano. Nel recupero sono riusciti a pareggiare e siamo andati ai calci di rigore e grazie al nostro portiere abbiamo vinto 6-5. Io non ho segnato in quella partita, ma è stata comunque un’emozione grandissima.
Un gol che ricordi con particolare affetto? Sicuramente un gol emozionante è stato quello del 2-1 in Luparense-Juventina Laghi che ci ha permesso di vincere il titolo di Prima Categoria due anni fa.
Se potessi rigiocare una partita, quale sarebbe e perché? Se devo decidere una partita da rigiocare non posso non dirti Rosà-Godigese, perché considerato che lo scorso anno giocavo a Godego, per me da ex è stato molto emozionante.
Come è nata in te la passione per il calcio? La passione me l’ha trasmessa completamente mio padre, è amante sfegatato del calcio. Giocava a livello dilettantistico, faceva il terzino. I primi passi li ho mossi con lui, poi sono andato in qualche società, fino a sbarcare al Montebelluna, dove ho esordito in prima squadra. Mio padre mi ha trasmesso anche la fede calcistica, infatti sono milanista nel cuore.
Hai fratelli? Se sì, giocano a calcio? Ho due fratelli, quello del 2000 gioca a Vedelago in Promozione e gioca sempre quindi è molto contento. Quello più piccolo gioca sempre a Vedelago nei Giovanissimi. Quello del 2000 è attaccante come me, quindi in casa è una sfida aperta su chi fa più gol.
Hai un giocatore a cui ti ispiri? Uno dei miei preferiti era Filippo Inzaghi, perché ogni volta che toccava il pallone faceva gol. Come modello di giocatore, invece, non posso non dire Alex Del Piero.
Quali sono i tuoi primi ricordi legati al calcio? I miei primi ricordi sono legati a quando giocavo in giardino con mio padre ed i miei amici. È da qui che è iniziato tutto. Poi, dato che sono davvero tifoso del Milan, ricordo che da piccolo guardavo incantato Inzaghi e mi emozionavo.
Qualche domanda sulla vita di spogliatoio. Chi è il più lento tra di voi a farsi la doccia? Ne ho due: Bizzotto e Gallina.
Il tuo compagno più elegante, quello che ci tiene di più al look? Ce la giochiamo io e Nicolò Gheno.
Il più casinista? Nicolò Lazzarotto è quello più simpatico.
Qual è il momento più importante legato al calcio e alla tua famiglia? È un ricordo recente, è successo l’anno scorso. Si tratta di quando mio fratello ha esordito in Prima squadra: quella domenica eravamo tutti e tre impegnati sui campi di calcio e quando siamo rientrati a casa, ognuno con la propria tuta di rappresentanza, in famiglia è stato un momento particolare.
Qual è la scelta che rifaresti e quella che non rifaresti nel tuo percorso calcistico? Una scelta che non rifarei è quando, dopo aver esordito al Montebelluna in Serie D, l’anno dopo sono passato in Eccellenza e non ho trovato molto spazio. Credo sia stata una scelta poco ragionata e troppo frettolosa. Quella che rifarei è quella di venire a Rosà, mi trovo molto bene.
Se non avessi fatto il calciatore, quale sport ti sarebbe piaciuto praticare? In tv seguo il ciclismo, ma non so se l’avrei mai praticato.
Come ti vedi tra 10 anni e dove? Fra 10 anni spero di guardarmi indietro e di poter dire di essere un buon attaccante, uno che ha sempre fatto i suoi gol. A livello personale spero di realizzare il mio sogno di costruirmi una famiglia.