Questa settimana la nostra rubrica sul settore giovanile è dedicata agli Allievi Misti Stella Azzurra Sant’Anna.
Un gruppo formato da una ventina di ragazzi con tanta passione, che non perdono mai un allenamento, si mettono in discussione, hanno sempre voglia di apprendere cose nuove.
Ci ha parlato di loro mister Massimo De Cecchi, con cui abbiamo fatto il punto sull’ultima partita, vinta a pochi minuti dalla fine contro la seconda in classifica, il Nove.
Mister, partiamo con un tuo commento sull’ultima partita.
Non è stata una prestazione brillante, se devo essere sincero, abbiamo fatto partite migliori di quella di domenica scorsa dal punto di vista del gioco. Ovviamente, giocando contro la seconda in classifica, il Nove, che arrivava da tutte vittorie ad eccezione di un pareggio ed una sconfitta, non puoi arrivare pensando di imporre il tuo gioco e fare come ti pare. È stata una partita altalenante, in alcuni tratti siamo stati noi padroni del gioco, mentre in altri sono stati bravi loro a prendere in mano il pallino del gioco. Secondo me la differenza è che noi siamo riusciti a “soffrire meglio” rispetto a loro. Loro hanno avuto due grosse occasioni per segnare nel primo tempo ed altre due nel secondo. Nel primo tempo è stato superbo il nostro portiere, mentre nel secondo hanno colpito la traversa su cross. Noi siamo andati in vantaggio dopo 4 minuti: andare in vantaggio dopo così poco tempo dal fischio d’inizio sta a significare che ci siamo preparati bene mentalmente. Abbiamo gestito bene la prima parte di gara, poi loro hanno trovato il pareggio su rigore, a parere mio un rigore discutibile, ma sono episodi che nel calcio ci stanno. Noi abbiamo avuto la forza mentale di non abbatterci, abbiamo tenuto botta. Abbiamo fatto il 2-1 a due minuti dalla fine. È stata una grossa soddisfazione, in particolare per i ragazzi, perché se lo meritano. Noi non siamo inferiori a nessuno, quello che ci è mancato un pochino in alcune partite della stagione è il giusto approccio mentale. Questo è il secondo anno che lavoro con questo gruppo, ci sono stati alcuni innesti di 2003, che si sono integrati bene. Domenica è stato ancora più bello del solito: vincere a 2 minuti dalla fine ha tutto un altro sapore, soprattutto con un avversario del calibro del Nove, che probabilmente andrà a giocarsi le finali per fare i regionali.
Mister, relativamente alla metodologia Coerver, quella che utilizzate, cosa pensi? Quali credi siano i pro di questo metodo?
Io ho iniziato ad utilizzare questa metodologia lo scorso anno, quando sono arrivato a Rosà. Già dal mio arrivo Spes e Guerrino, responsabili del settore giovanile, mi hanno spiegato che sarei stato libero di scegliere gli esercizi da far fare ai ragazzi, ma che la filosofia sarebbe dovuto essere quella del Coerver Coaching. Mi ha subito attratto ed incuriosito. Ho avuto modo di approfondire la mia conoscenza grazie ai corsi di aggiornamento proposti dalla società. La trovo molto utile e secondo me da ottimi risultati: credo sia perfettamente calzante con la realtà in cui sto allenando io, che tocca la fascia d’età dai 15 ai 17 anni. È una metodologia che mette al centro il giocatore e lo sviluppo a pieno non solo delle sue doti tecniche o tattiche, ma anche a livello di personalità, di creatività, di fantasia, di intuito, lasciando libero spazio ad un giocatore di potersi esprimere a 360 gradi, senza essere vincolato. Credo che utilizzare questo tipo di metodologia a quest’età dia la possibilità al ragazzo di crescere e di svilupparsi a pieno in tutte quelle caratteristiche personali che non sono legate sono all’ambito calcistico, ma nella vita di tutti i giorni. Noi non siamo qui per creare giocatori che si paghino le bollette, siamo qui in primis a creare futuri uomini. Secondo me questo tipo di metodologia permette ai ragazzi di formarsi, perché li obbliga a prendersi delle responsabilità, cosa che non è molto facile per i ragazzi di oggi. Ho trovato tanti punti positivi in questo metodo, anche quello di dare una continuità nel metodo proposto ai ragazzi, che altrimenti si troverebbero a fare un biennio con un allenatore che ha un tipo di filosofia e passare l’anno successivo ad avere un allenatore con un altro tipo di visione. Con il metodo Coerver, un giocatore parte a 6 anni con un metodo che lo accompagna in tutto il suo percorso di crescita, senza interruzioni. Il Rosà ci ha visto lungo nell’adottare questa filosofia.
Quali sono i prossimi passi che farai con i tuoi ragazzi?
Io completerò il biennio, come è giusto che sia, perché i ragazzi a quest’età non va bene si leghino ad un unico mister. Per quanto un allenatore possa essere preparato, arriva ad un certo punto il momento in cui è giusto lasciare spazio ad un altro. A livello affettivo mi dispiace molto lasciare questi ragazzi, anche per il gruppo di genitori: se noi vediamo dei ragazzi educati è per merito loro. L’anno prossimo affronteranno la Juniores con un altro mister, ma sono sicuro riusciranno comunque ad esprimersi al meglio, perché sono ragazzi che amano giocare, impegnarsi ed imparare. Sono certo che il mister che avranno il prossimo anno potrà portare avanti un percorso di crescita iniziato anni fa dalla società, in cui per due anni ho contribuito anche io.