“Un calcio al razzismo” #Respect #NoToRacism #EqualGame
Mario Balotelli è da sempre un giocatore che divide critica e tifosi, ma il pallone che ha scagliato in curva durante la gara a Verona è, forse, uno dei “gol” più importanti per il calcio italiano. Un gesto che, al di là della partita in sé, ha fatto esultare grandi e piccini da nord a sud. Ma c’è un paese, una squadra, che più di ogni altra ha voluto dimostrare concretamente la propria vicinanza non solo a Balotelli ma a tutti gli atleti vittime di qualsiasi forma di discriminazione.
Stiamo parlando di Rosà e dell’intero Settore giovanile giallonero che durante le gare del weekend ha voluto lanciare un messaggio chiaro nella lotta al razzismo.
«Tutti i nostri ragazzi – racconta Spes Geremia, responsabile della cantera rosatese – hanno calciato al cielo un pallone, emulando il gesto di Balotelli perché volevamo “segnare” anche noi un gol nella partita contro il razzismo».
Una “rete” che tutti noi speriamo possa risultare decisiva perché tante, troppe, volte assistiamo ad episodi di discriminazione nei confronti non solo degli stranieri ma anche di chi professa una religione diversa o di chi ha semplicemente la pelle di un altro colore.
«È un segnale che tutti noi speriamo possa servire a portare in primo piano un problema che da anni affligge il nostro calcio – prosegue Geremia – e che va affrontato con la stessa grinta e determinazione di come si affrontano le sfide sul terreno di gioco. Abbiamo chiamato quest’iniziativa “Diamo un calcio al razzismo – #iostoconBalo”, ma l’hashtag vale con tutte quelle persone che subiscono insulti la domenica sui campi, durante la settimana al lavoro e nella vita quotidiana. Lo sport deve unire, il calcio è lo sport più praticato e quindi deve assumersi una responsabilità maggiore, partendo proprio dalle piccole realtà dilettantistiche. Sabato e domenica tutte le nostre squadre giovanili hanno imitato il gesto di Balotelli calciando in aria un pallone e gridando “no al razzismo”. Gli avversari, in molti casi, sono venuti a complimentarsi con noi e si sono uniti nell’applauso che tutto il pubblico ha fatto ai calciatori».
“Diamo un calcio al razzismo – #iostoconBalo” è uno dei tanti esempi che il Calcio Rosà sta dando, da anni, a livello sociale. Il nuovo presidente del Settore giovanile giallonero, Roberto Milani, a inizio stagione ha presentato un progetto di integrazione sportiva proprio a Rosà con calcio per ragazzini disabili, strutture per il calcio femminile e tante affiliazioni con realtà e associazioni di volontariato.
«Basta “se”, basta “ma”, basta “però” – dichiara Milani – il razzismo non ha giustificazioni e noi dobbiamo smetterla di cercarle. Nella maggior parte dei casi, oserei dire nella totalità, il razzismo è una piaga che affligge solo gli adulti: per i bambini non esistono differenze. È da loro che tutti noi dobbiamo imparare, è il loro esempio che dobbiamo seguire. I bambini sanno convivere con le differenze e trovarne la ricchezza. Perché gli adulti non ci riescono? I genitori che erano nei vari stadi sabato e domenica non sapevano nulla della nostra iniziativa e sono rimasti molto colpiti. Forse abbiamo davvero fatto un “gol”, nel nostro piccolo, di cui andiamo molto fieri. Il Calcio Rosà, anche in Prima squadra, porta da sempre avanti uno spirito di fair play e rispetto che nasce da una precisa volontà dirigenziale. Il presidente Alessandro Simioni, me e tutti gli altri dirigenti mettiamo al primo posto il rispetto delle regole ma soprattutto il rispetto delle persone, a maggior ragione degli avversari. Circa il 10% dei nostri tesserati sono ragazzini stranieri: noi vogliamo farli sentire a casa, perché sono a casa».
Insomma, nella partita Rosà contro Razzismo, il primo gol è stato segnato e la squadra giallonera conduce 1-0. La gara è lunga, ma l’importante, in questi casi, è sbloccare il risultato.