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La nostra “formazione”: presentiamo gli allenatori del Settore Giovanile (Severino Baggio)

Severino Baggio, mister Esordienti 1° anno

Mister, una piccola presentazione. Quando e come ti sei avvicinato al calcio? E poi, in particolare, al ruolo di allenatore?
Io ho giocato a calcio fin da bambino. Frequentavo l’ambiente del Santa Croce dove, al di là del calcio pratico, quello a cui si dava davvero importanza erano i valori della persona, prima che quelli del calciatore. Devo essere grato di questi insegnamenti. Da calciatore, quasi per caso ho avuto l’occasione di fare il patentino UEFA B: da qui mi sono appassionato e buttato a capofitto in questo ruolo. Dopo aver fatto delle esperienze interne nel settore giovanile del Santa Croce, ne ho fatte alcune esterne, per esempio nel settore giovanile della Marosticense o con una prima squadra a San Vito. Ho avuto poi una parentesi “fuori dal campo”, nel senso che, sempre a Santa Croce mi sono dedicato all’attività di base, per proseguire con l’Union Ezzelina. Iniziava però a mancarmi il campo vero e proprio e così, quando tramite degli amici mi è arrivata la proposta del Rosà, lo scorso anno, ho accettato molto volentieri.

Come hai lavorato la scorsa stagione e che obiettivi hai per la prossima?
La scorsa stagione ho lavorato con gli Esordienti Misti: mi sono trovato benissimo e ho avuto delle soddisfazioni che mai avevo avuto prima. Non parlo dal punto di vista dei risultati, ma dal punto di vista emotivo, sotto l’aspetto della gratificazione che mi hanno dimostrato i ragazzi ed i genitori. Quest’anno avrò un gruppo nuovo, formato da ragazzi del 2008. Non ho ancora avuto modo di conoscerli, ma parto con le stesse motivazioni dello scorso anno: quello che a me interessa è crescerli prima di tutto dal punto di vista umano, aiutandoli a tirare fuori quello che loro hanno dentro. Molto spesso capita alcuni allenatori frenino i ragazzi in quelli che sono i loro istinti, mettendo davanti a tutto i risultati. Io non la penso così: grazie anche ai corsi interni che facciamo qui a Rosà nell’ambito del progetto “Coerver Coaching”, che mi ha appassionato tantissimo, metto al primo posto la libera espressione dei ragazzi, a volte anche a discapito dei risultati. Il focus principale è quello che i ragazzi prendano consapevolezza dei loro mezzi. 

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